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11 Dicembre 2023

DL Anticipi: un pasticcio del governo Meloni

Questa maggioranza è prepotente e imbarazzante.
Cos’è il DL Anticipi?
Un anticipo di una manovra senza respiro, la riproposizione di uno schema vecchio tipico di tutti i governi di destra: lasciar fare solo al mercato.

Hanno votato contro i nostri emendamenti, emendamenti di buon senso che avrebbero migliorato la vita di tutti e tutte, invece no: ancora un condono, niente per lo sviluppo, niente per i giovani e le donne. Noi abbiamo un’idea diversa di Paese, un’idea incompatibile con questa visione promossa da Meloni e i suoi alleati.

Come se non bastasse c’è un condono per aiutare chi non ha rispettato un patto fiscale con lo Stato con la rottamazione quater. Condoni anzichè un lavoro sul recupero dell’evasione e dell’elusione fiscale. E intanto si diminuisce l’Iva sulla chirurgia estetica e la si aumenta sui pannolini. Viene smontato il fondo per gli affitti non garantendo ai giovani un acceso al lavoro e allo studio. Che idea di Paese ha la destra? Così si ampliano le diseguaglianze con un taglio ai servizi, lasciando da sole le persone che non ce la fanno.

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Lascio qui il mio intervento in versione testuale

Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, il cosiddetto decreto-legge anticipi anticipa purtroppo una manovra senza respiro, che risulta espansiva solo nei dettagli delle regole di finanza pubblica perfino nel confermare misure già in essere, come il cuneo contributivo, che noi abbiamo condiviso, ma che voi non siete stati in grado di rendere strutturale nell’interesse generale del lavoro e delle imprese.

È una manovra inefficace per rilanciare la crescita. C’è un grande assente nel dibattito di oggi. Il fatto che il Governo e i relatori abbiano rinunciato alla replica in questa sede conferma l’assenza di idee e di progetti e la difficoltà a rappresentare un’idea dello sviluppo economico e sociale di questo Paese. È una manovra inefficace perché c’è un grande assente, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che resta l’unica leva per favorire investimenti pubblici e privati in una stagione nella quale le imprese e l’economia non crescono. Eppure, non c’è alcun collegamento tra la politica economica di questo Governo e il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è il pilastro fondamentale per intercettare i cambiamenti in campo energetico, sociale e digitale per innovare questo Paese e garantirgli un futuro positivo per una nuova crescita economica.

L’Europa e l’Italia non possono essere un mercato; sono un luogo produttivo, di crescita, di lavoro e di opportunità. Voi rinunciate a tutto questo e ci presentate una manovra che attacca al cuore il pilastro dei diritti. Mi rivolgo al Governo per suo tramite, signor Presidente: ma perché continuate a considerare la salute, l’istruzione, la formazione delle risorse umane e la scuola un costo, quando in realtà sono investimenti fondamentali per un’idea di sviluppo economico, di società e di riduzione delle disuguaglianze? Di fronte a noi, ovunque ci giriamo, c’è la grande questione educativa. Considerare l’istruzione e la salute come un costo e non come un investimento rappresenta per me il fallimento delle vostre politiche di Governo, sulle quali noi abbiamo dimostrato di avere un’idea e una proposta alternativa di società, perché i nostri valori sono incompatibili con i vostri.

Presentate una manovra in deficit di 15,7 miliardi, ma sia chiaro – lo dico ai colleghi di maggioranza – che non c’è solo improvvisazione e propaganda. Abbiamo visto in questo dibattito, in fase di conversione del decreto-legge anticipi, tanta improvvisazione e tantissima propaganda. È evidente che abbiate costruito una manovra in cui il decreto-legge anticipi anticipa in qualche modo i saldi di finanza pubblica dentro i quali dovrete muovermi per questa manovra.

Come dicevo, non ci sono solo improvvisazione e propaganda. Per noi, il vostro è uno schema vecchio, tipico di tutti i Governi di destra, e lo voglio riassumere in questo modo: nessuna politica industriale; pensate che basti il mercato, senza lo Stato, per agganciare i fattori del cambiamento. In realtà, è il mercato che ha bisogno di più Stato, perché la transizione energetica e digitale richiede un progetto per lo sviluppo; richiede un piano industriale che voi non avete e che negate; richiede di abbracciare la questione dei cambiamenti climatici come un’opportunità, non come un problema. Invece voi li negate e, anziché valorizzare e regolamentare le comunità energetiche, parlate di nucleare di terza generazione. Voi avete la propaganda perché il vostro obiettivo in questa manovra non è il Paese e non è nemmeno l’attuazione del vostro programma di mandato; il vostro obiettivo sono le elezioni europee e la regolazione dei conti interni a questa maggioranza.

Avete cioè bisogno di capire quale sarà l’esito di questa tornata elettorale, ma lo fate purtroppo dimenticando che avete avuto la responsabilità di governare il nostro Paese e che lo state facendo senza un’idea di futuro, anzi mangiando futuro. In questo momento avremmo bisogno di discutere delle riforme e di affrontare, ad esempio sul terreno della salute e dell’istruzione, perfino una riclassificazione della spesa pubblica. Dovreste andare a Bruxelles a discutere del Patto di stabilità e della riclassificazione con Eurostat, pensando che una parte fondamentale della salute non può essere contabilizzata per cassa, quando la ricerca e l’innovazione hanno portato medicinali, farmaci e soprattutto opportunità per prevenire, anziché curare, che rappresentano il più grande e importante investimento per questo Paese. Rinunciate al terreno delle riforme e rinunciate dunque a confrontarvi su un’idea di società e di comunità.

Ora, lo dico, questo decreto anticipi è anche l’anticipo del vostro fallimento. Per me è l’anticipo della rinuncia a dare attuazione al programma di mandato. È facile presentarsi agli elettori con più pensioni per tutti e con meno tasse per tutti, per poi, quando siete al Governo, tagliare lo sconto che avevamo definito sulle accise sui carburanti e aumentare le stesse accise, aumentando quindi il carburante. Chi è che ha bisogno della benzina? Spesso è il lavoratore, spesso sono le persone più deboli, che si recano sul luogo di lavoro. Un conto è la propaganda, un altro conto è l’esercizio del Governo.

Lo dico perché il vostro programma di mandato prevedeva e prevede meno tasse per tutti. Ecco, riemergono in questa sede, attraverso un emendamento parlamentare, per cui il lupo perde il pelo, ma non il vizio, operazioni che si devono chiamare con il loro nome. Quando un parlamentare in quest’Aula presenta un emendamento, con il consenso del Governo, per intervenire sulla rottamazione-quater, a rate già scadute, per noi questo si chiama condono. Non c’è un’altra definizione. Confondete il fatto che la rottamazione-quater è un’iniziativa del contribuente in un rapporto con lo Stato, per cui questo lo aiuta a recuperare un debito fiscale, non quantificando gli interessi. Evidentemente, ci sono persone che conoscete, sapete perfettamente chi non ha pagato, dovete dare una mano a coloro che non hanno rispettato un patto fiscale tra lo Stato e il contribuente. 

Questo per noi è il vizio: condoni, anziché un lavoro necessario sul recupero dell’evasione e dell’elusione fiscale. Io continuo a pensare che chiunque governerà questo Paese debba lavorare per contrastare l’evasione fiscale, non per ampliarla. Allora mi chiedo: come fate a guardare negli occhi i lavoratori e i giovani ai quali avete detto no al salario minimo, quando contemporaneamente lavorate per favorire l’evasione e aiutare l’elusione fiscale? Come fate a pensare e solo ad ipotizzare ciò? Che idea di società avete? Un’idea di società nella quale riducete l’IVA per le attività di chirurgia estetica e per gli integratori alimentari e poi l’aumentate per i pannolini e per il latte materno. Ma che idea di società ha questa destra? Che idea di priorità ha, nell’interesse generale del Paese?

Signor Presidente, ringrazio il presidente Calandrini per aver consentito, per lo meno in Commissione bilancio, un confronto evidente e utile. In questo modo, abbiamo evidenziato le nostre proposte, perché, di fronte ai vostri tagli sul pilastro della previdenza, noi rispondiamo con la reintroduzione di Opzione donna e delle misure sociali, perché è inaccettabile in questo Paese parlare di politiche di genere e colpire l’uscita dal mondo del lavoro delle donne. È inaccettabile.

Non sono politiche di genere, le vostre sono scelte per lasciare da sole le persone più deboli, più fragili. Sono scelte per aumentare le disuguaglianze, perché nella solitudine, cioè in un mercato che da solo fa da sé, si ampliano le disuguaglianze, non ci sarà crescita economica, dovrete ricorrere al taglio dei servizi essenziali ai cittadini e a proposito dei vostri tagli lineari, quando vi accorgerete che la sostenibilità del debito non c’è senza crescita, dovrete mettere mano al taglio lineare sui servizi, che significa ampliare delle disuguaglianze, lasciare da sole le persone che non ce la fanno, costruire un’idea di società senza coesione e senza comunità. Voi rinunciate al futuro del Paese, in questo modo. Ecco perché avete un’idea sbagliata.

Noi abbiamo tentato di produrre in questa sede un’idea di Paese e di società alternativa. Abbiamo proposto iniziative utili sul lavoro e abbiamo proposto iniziative utili per gli studenti sugli affitti, ma quale idea di Paese c’è alla base della scelta di smontare il Fondo per l’affitto, non garantendo ai giovani a basso reddito la possibilità di studiare, e, dall’altra parte, di aiutare l’elusione e l’evasione fiscale, pensando che l’unico obiettivo sia capitalizzare le banche, e di non aiutare il lavoro, non alzare i salari e non garantire l’accesso al lavoro in maniera degna ed equa?

Poi ci si lamenta che i nostri giovani scelgano una strada per andare fuori dal nostro Paese. Certo, se sono costretti ad entrare a 5 euro l’ora nel mercato del lavoro, perché voi dite di no ai 9 euro del salario minimo, ci sarà una ragione. Avete un’altra idea, corporativa: per voi vengono prima i consulenti del lavoro rispetto ai lavoratori, alle persone, alle imprese e all’idea di società e di sviluppo economico di questo Paese.

In conclusione, queste sono le ragioni per le quali le nostre proposte sono incompatibili con le vostre priorità e ne siamo orgogliosamente fieri, perché abbiamo un’idea di società e di Paese alternativa. Voi state sbagliando, ve lo diciamo ora per allora. Non avete una visione lunga. State perfino tradendo il vostro programma di mandato e state dicendo al vostro elettorato che è molto facile promettere, ma poi, purtroppo, la vostra identità e i vostri valori vi portano a favorire un’idea corporativa della società e a demolire la giustizia, l’equità, la solidarietà e la necessità che abbiamo di costruire crescita e sviluppo economico.

Per questo voteremo contro il provvedimento in esame. Presidente, lo dico a lei perché si rivolga al Governo: ci avete detto che doveva essere una conversione a saldi invariati. Avete fatto una conversione del decreto anticipi utilizzando circa 800 milioni di euro. Ora fate in fretta, prima che inizi la discussione del disegno di legge di bilancio, a reperire le risorse per gli affitti e a individuare le risorse per contrastare i tagli che avete fatto sulle disabilità, perché noi su questo non arretreremo. Abbiamo bisogno di risorse aggiuntive per stimolare una ripresa di valori fondamentali per aiutare i giovani, per aiutare le donne e per aiutare un’idea di società alternativa alla vostra. Voteremo convintamente contro. 

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